La generosità

Di Giuseppina Tratta

Etimologia della parola dono: ciò che si da altrui senza esigerne prezzo o ricompensa, o restituzione.

Vi è mai capitato di ricevere un dono di cui necessitavate, in modo così spontaneo da sentirvi aprire il cuore?

A me sì, molte volte e per questo mi ritengo fortunata.

Quando questo accade i colori diventano più luminosi, il cuore si rallegra e nell’anima alberga una serenità che dilaga – come l’acqua tiepida di un limpido mare tropicale – in ogni fibra del nostro corpo : e come il lento sciacquio delle onde ristabilisce la pace con il resto del mondo.

Ricevere a mano aperta significa due cose:

1-      Nostra è la scelta – e la responsabilità – di prendere.

2-      Il mondo diventa ad un tratto un luogo degno di essere abitato.

Capita a volte che ci si imbatta in quelli che io definisco “generosi patologici”, quelli che danno forsennatamente senza che nulla venga loro richiesto.

Stringono i loro “presenti” a tal punto che le nocche bianche sembrano spezzarsi ed il peso dei loro regali preme contro il nostro petto come la minaccia di un’arma puntata.

Tecnicamente un dono – proprio per il significato etimologico del termine – è gratuito. I generosi patologici non regalano mai nulla gratuitamente (concedetemi l’ossimoro): dietro ogni sfavillante dono si nasconde una richiesta più o meno nascosta.

In termini legali potremmo definire i gesti dei generosi patologici “corruzione”.

La cosa paradossale è che se, contravvenendo alle norme della buona educazione, osaste dire a questi soggetti cosa vuoi in cambio?» essi inizierebbero a starnazzare esibendo una indignazione tanto spontanea quanto rumorosa. Provate ad immaginarli con una mano appoggiata al cuore, lo sguardo offuscato dall’onta  subita e la boccuccia arrotondata dallo stupore.

Solo i politici sono autorizzati a pronunciare la frase incriminata, ma si sa, i riti perpetuati dettano nuove regole; al contrario, se voi faceste la stessa domanda ad un generoso “sano” egli vi guarderebbe con un sorriso pacato e vi direbbe « Non sei solo, sono certo che tu faresti lo stesso per me »

Sono molte le origini della patologia dei falsi generosi, vanno da un bisogno di riconoscimento mai soddisfatto ad un bisogno d’affetto, al mero desiderio di tenere legate le persone.

Il problema di fondo è che il patologico vuole comperare un qualcosa senza chiedersi se noi siamo disposti a venderlo.

La situazione crea immediatamente un disagio, spesso non identificato, come accade quando i nostri interlocutori mentono senza un motivo definito. L’essere umano , in qualsiasi relazione, ha bisogno di tradurre il messaggio che gli viene inviato, quando questo messaggio non è traducibile nasce la confusione e dalla confusione di norma non nasce mai nulla di buono, ricordiamo che una delle cause della schizofrenia deriva dai messaggi confusi che la madre manda al figlio.

I sociologi definiscono la nostra società schizofrenica e narcisista : siamo forse un popolo  di corruttori e concussori? Può essere, però il solo soffermarci a riflettere sulle nostre azioni ci può portare a modificare atteggiamenti che ritenevamo moralmente ineccepibili ma che erano, in realtà, eticamente deleteri , il resto lo dirà la storia.

Il cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra, ma si regala.
Gustave Flaubert