L’era del Narciso

Di Giuseppina Tratta

Narciso parole di burro
Nascondono proverbiale egoismo nelle mie intenzioni
Narciso sublime apparenza
Ricoprimi di eleganti premure e sontuosità, ispirami

C.Consoli

Narciso che viveva in Arcadia era il bellissimo figlio del fiume Cefiso e della Ninfa Liriope. I genitori, per conoscere il futuro del loro figlio, lo portarono dall’indovino Tiresia, che sentenziò: “Vivrà a lungo se non vedrà mai il suo volto”. Il giovane aveva un corpo perfetto e il suo bellissimo viso era contornato di riccioli biondi. Narciso aveva suscitato l’interesse di molte Ninfe, ma lui le aveva sempre respinte. Un giorno Narciso mentre camminava nel bosco inseguendo una preda, giunse presso un laghetto che aveva un’acqua limpidissima e poiché aveva sete, si chinò per bere. In quel momento vide, senza riconoscerla, la sua immagine riflessa nell’acqua e se ne innamorò immediatamente. Allargò le braccia per abbracciare la splendida creatura che vedeva riflessa, ma scivolò, annegò e il suo corpo fu mutato in un fiore. Ovidio

Il Disturbo Narcisistico di Personalità è caratterizzato fondamentalmente da un senso di grandiosità, dalla necessità di essere ammirati dagli altri e da una certa mancanza di empatia.

Gli individui con questo disturbo hanno un senso grandioso della propria importanza,  sovrastimano le proprie capacità, ed esagerano i propri talenti, apparendo spesso presuntuosi e arroganti.

Essi, inoltre, presumono che gli altri riconoscano le loro superiori qualità, e quando ciò non accade possono rimanere molto sorpresi e dedurre di poter essere capiti solo da persone fuori dall’ordinario.

In realtà, dietro questa apparente sicurezza circa la propria grandezza, si cela un’autostima molto fragile che costituisce fonte di dubbi costanti sul proprio effettivo valore.

Da qui, la continua ricerca da parte di questi soggetti di conferme esterne che possano rassicurarli su tale punto, con continue richieste di attenzione e ammirazione, accompagnate dalla costante preoccupazione del giudizio altrui.

E’ interessante leggere le caratteristiche del disturbo Narcisistico di personalità, rappresentano, ad ogni buon dire, la descrizione dell’uomo di successo del nuovo millennio: grandioso, ammirato e adiabatico.

Il termine “adiabatico” è un termine usato in fisica che racconta gli esseri umani molto più di quanto possa fare un aggettivo umanistico: in termodinamica un sistema adiabatico è un sistema chiuso che non può scambiare né calore né materia con l’ambiente esterno, può invece scambiare lavoro. Possiamo facilmente evincere che gran parte dei narcisisti non solo non scambia calore ma anche riesce a fare lavorare il prossimo in modo esemplare.

Il vero narciso in realtà non annega nel momento in cui si rispecchia nell’acqua, il vero narciso annaspa quando, osservando la propria immagine riflessa non vede quello che gli altri si aspettano da lui, indice questo di una autostima talmente minata da rasentare l’annichilimento. Non è facile vivere accanto ai narcisisti, è per questo che è così difficile vivere al giorno d’oggi, la nostra società è caratterizzata da un imperversare di questo fenomeno che sovente sfocia nella patologia, che ci viene somministrato a pillole frequenti dai media: se non hai successo non esisti.

Freud definì la psicoanalisi la terza ferita narcisistica dell’umanità: dopo Nicolò Copernico (1473-1543), che, criticando la teoria geocentrica, negò la centralità dell’uomo nell’universo; e dopo Charles Darwin (1809-1882), che, con la teoria evoluzionistica, gli negò pure una dignità particolare all’interno della natura. Ciononostante, se l’uomo può ritenersi superiore agli animali in quanto questi agiscono istintivamente mentre egli è dotato di facoltà quali l’autoconsapevolezza, la ragione e il libero arbitrio, la psicoanalisi con le sue due teorie fondamentali dell’inconscio e della libido nega la validità di tale convinzione: l’uomo crede di essere libero, di prendere decisioni in base a considerazioni razionali, invece è guidato dalle pulsioni e la vita psichica cosciente è dominata dall’inconscio.

Io, senza per questo volere assurgere alla grandezza del padre della psicoanalisi, oserei definire i media la quarta ferita narcisistica dell’umanità, poiché per quanto ci si arrabatti, ci si impegni per essere all’altezza dei modelli propostici dai vari messaggi più o meno subliminali saremo sempre un poco più in basso, un po’ meno belli, un po’ meno ricchi, un po’ meno e basta. E questo si ripercuoterà su chi si sta accanto, vittime e carnefici di un gioco che non controlliamo in alcun modo.

L’unica maniera per ristabilire un equilibrio è tentare di centrarci sui nostri bisogni e non su quelli che ci vengono inculcati fin dai primi mesi di vita: è un cammino che spesso richiede un lavoro straordinario ed una umiltà che poco ha da condividere con i modelli che ci bombardano ininterrottamente.

Sediamoci ed ascoltiamo il nostro respiro: è questo che ci da la certezza di essere vivi.

Sediamoci ed ascoltiamo il battito del nostro cuore: la sua melodia ci racconta la verità.

Sediamoci ed visualizziamo il nostro corpo: la perfezione degli incastri di muscoli, ossa, pelle, nervi ci dirà quanto siamo vicini all’immagine divina che vogliono sia emulata attraverso l’apparenza.

La differenza è questa, in realtà, ed il segreto è così semplice che, abituati a complicare tutto, non riusciamo a vederlo: noi SIAMO una parte di Dio, che ci piaccia o meno, solo per il fatto che respiriamo, senza forzature, senza sepolcri imbiancati e maschere dionisiache.

Dovremmo solo imparare a ricordarlo.

“Non sono narcisista, ne’ egoista. Se fossi vissuto nell’antica Grecia non sarei stato Narciso”. “E chi saresti stato?”. “Giove”… [Woody Allen]