Depressione: l’insostenibile pesantezza dell’essere

Di Giuseppina Tratta

Accade, un giorno, che tutti i costrutti mediante i quali abbiamo portato avanti la nostra vita, si sbriciolino come castelli di sabbia, ed all’improvviso, qualsiasi cosa diventa intollerabile tutto sembra astratto ed irraggiungibile : alzarsi dal letto, lavarsi, compiere le azioni più normali che hanno scandito la nostra esistenza fino a quel momento diventa enormemente faticoso.

 Questa totale incapacità di mettere in atto una sequenza di eventi che ci permetta di raggiungere un determinato obiettivo la possiamo chiamare depressione.

In termini clinici per DEPRESSIONE si intende una irregolarità del tono dell’umore,   protratta  nel tempo per un periodo di almeno due settimane,    associato a sensibili modificazioni del pensiero,  del comportamento  e delle funzioni fisiologiche,  con disagio significativo o significativa compromissione del funzionamento sociale, lavorativo, relazionale ecc.

La depressione è una bolla nera che ci soffoca, che ci porta via , ci allontana dai nostri cari e dipinge il mondo di tonalità cupe.

Angoscia: è il termine più adatto per definire la sensazione che pervade il paziente depresso. Angoscia deriva dal tedesco  Angst: soffocare; il vocabolario cita Sensazione di stringimento all’epigastrio, accompagnata da gran difficoltà del respiro e da profonda tristezza; affanno, molestia,  dolore che quasi stringe il cuore.  E’ una definizione perfetta, chi soffre o ha sofferto in passato di questa devastante malattia lo potrà confermare.

La depressione ha sintomi ben precisi che si possono individuare qualora fossimo in grado di vedere cosa ci accade: purtroppo la bestia nera ci toglie questa capacità e noi ci ritroviamo in un gorgo così viscido e risucchiante che persino emettere una parola, una richiesta di aiuto ci sembra impossibile. E allora i nostri cari non capiscono, e ci dicono vai dal dottore,fai qualcosa, lo dicono perché sono preoccupati per noi ma noi percepiamo la frase come un ordine arrabbiato, come urlata in faccia alla nostra impotenza. Perché la nostra autostima è talmente traballante da non riuscire a concepire che qualcuno ci voglia abbastanza bene da preoccuparsi per il nostro stato.

I SINTOMI DELLA DEPRESSIONE

  • Emotività e cognitività:  tristezza, disperazione, indifferenza, non provare sensazioni, vuoto interno, apatia indecisione, anedonia, diminuita capacità attentiva e mnemonica, pessimismo, idea di morte, idee di rovina,di auto-svalutazione, di indegnità, senso di colpa.
  • Comportamento: rallentamento, ipomimia, irrequietezza, inibizione.
  • Funzioni fisiologiche: insonnia e ipersonnia, senso di tensione, diminuzione di forze, vertigini, ipotensione, dispnea, stipsi, colite, perdita di appetito, perdita di peso, senso di freddo, cardiopalma, dolori diffusi ecc.

La depressione è un male oscuro e solo pronunciarne il nome spaventa: SONO DEPRESSO, solo chi non lo è riesce a dirlo con scioltezza. Perché , soprattutto nella nostra cultura contadina, la depressione è “buontempo” un disagio di chi non ha nulla a cui pensare, e quindi oltre alla malattia, perché è una malattia, c’è l’onta martellante del giudizio.

La società moderna, crogiolo di mille attività e di una frenesia fobica che ci incatena alla legge del “fare a tutti i costi “ ci intima un ordine perentorio: Datti una mossa.

Non ci riesco a darmi una mossa, non ce la faccio, non riesco nemmeno a pensare di aprire gli occhi e di mettere un piede davanti all’altro,le gambe sono così grandi così pesanti, non ci riesco, il corpo mi duole e la mente piange, perché devo farlo, cosa mi può dare farlo, a cosa mi può portare? Dove? Nel nulla.

Questa è la fissazione: il nulla che ci avvolge e ci opprime senza scampo.

LA DEPRESSIONE E’ UN AMPIO PROBLEMA INDIVIDUALE E SOCIALE . E’ così diffusa che nel corso dell’esistenza colpisce almeno una volta una persona su cinque. Si calcola che il 50% dei pazienti depressi non venga diagnosticato.